Numerosissime tecnologie si sono susseguite per arrivare alla carta stampa digitale che oggi utilizziamo per imprimere testi e immagini su libri, riviste, biglietti da visita e molto altro.

La storia della carta comincia dal famoso utilizzo del papiro da parte degli Egizi, per passare alla pergamena, ottenuta dalla lavorazione delle pelli di animali.
Ma la prima vera fabbricazione della carta risale al 105 d.C. in Cina, tratta dall’essiccamento della corteccia di gelso. Le fibre della corteccia venivano fatte macerare in acqua, per poi essere battute sulla pietra per ottenere la tipica pasta di cellulosa che veniva versata in un graticcio.
I residui non filtrati dal graticcio formavano un foglio che veniva poi lasciato essiccare all’aria.
Inizialmente questo materiale non veniva usato per scrivere, ma per realizzare abiti da indossare.

La diffusione della cultura ha fatto si che l’utilizzo della carta incrementasse anno dopo anno come supporto per scrittura.
Il primo passaggio dall’artigianato manuale alla produzione industriale avvenne nei primi dell’800, partendo da una pasta di stracci usati che darà il via alla realizzazione di metodi alternativi per soddisfare la sempre più crescente richiesta mondiale.
All’epoca infatti, per produrre una tonnellata di carta erano necessarie circa 4000 ore di lavoro a fronte delle 2 ore di oggi.

L’odierno processo di fabbricazione, molto più veloce grazie alle macchine continue, viene realizzato utilizzando un impasto di acqua e materiale fibroso che viene steso su un telaio ad anello.
L’acqua viene drenata, l’impasto drenato ed essiccato al calore.
L’industria della carta stampa digitale dunque non può fare a meno di incidere sull’ambiente, utilizzando cellulosa e risorse idriche. Per questo motivo Evoluzione carta seleziona tra i suoi fornitori solo i marchi che si impegnano nella razionalizzazione di queste preziose risorse.
Fortunatamente negli ultimi 50 anni il consumo energetico da parte delle cartiere si è ridotto del 50%, soprattutto grazie alle normative ambientali, al riciclo e ad una maggiore cultura ecologica da parte delle industrie.